venerdì 11 settembre 2015

Un anno fa, di questi giorni.

Un anno fa, di questi giorni, iniziavamo a renderci conto che il momento di scegliere la scuola primaria per nostra figlia si stava avvicinando.

Non abbiamo mai fatto mistero delle nostre perplessità riguardo alla scuola in Italia - o nel mondo, per quel che ci riguarda - ma non ci interessa entrare nel merito della questione scuola. Siamo assolutamente consci del fatto che ci siano realtà famigliari per cui la scuola è una scelta indiscutibile e sappiamo anche che non è una scelta che si fa a cuor leggero, visto che nemmeno la nostra scelta è stata fatta a cuor leggero. Sappiamo che non è per tutti e che il poter scegliere anche solo una scuola alternativa è un lusso.

Sta di fatto che dopo attente ed estenuanti riflessioni, ritrosie, incertezze, paure, ansie ma con la convinzione che la scelta dell'educazione parentale o homeschooling fosse giusta per noi, abbiamo chiesto a lei, alla nostra topina di biblioteca. Le abbiamo chiesto che cosa avrebbe preferito, spiegandole le implicazioni di ciascuna scelta e lei, senza la minima esitazione, ha scelto l'homeschooling.

Alcuni hanno saputo della nostra scelta proprio da noi, alcuni lo hanno intuito, alcuni lo immaginano ma non ne sono sicuri, altri non lo sanno ancora e sicuramente qualcuno ne parla alle nostre spalle in modo poco positivo :)

Comunque ora lo sapete, la fonte è certa: il 14 settembre Sveva non inizierà la scuola con gli altri bambini.

Però il 14 settembre è la data scelta per far sì che anche lei abbia il suo primo giorno, che abbiamo intenzione di rendere molto speciale visto che di fatto comincerà anche lei la prima elementare.

Ovviamente non dobbiamo giustificarci con nessuno, ci mancherebbe altro!

Però le domande si sprecano, i commenti espliciti e quelli impliciti pure. Per cui abbiamo deciso di rispondere ad alcune domande qui, una volte per tutte.
UNA volta per tutte. E nel caso non foste stati attenti lo ri-scriviamo: non dobbiamo giustificarci con nessuno. Men che meno con degli sconosciuti. Quindi i commenti sono i benvenuti, ma se non avete niente di carino da dire, non dite niente. Abbiamo un compito importante che è quello di educare nostra figlia, non abbiamo voglia nè tempo di usare il nostro tempo prezioso rispondendo a messaggi di critica distruttiva, ad offese e/o luoghi comuni. Ci interessa però avere un'interazione costruttiva con gli altri.
Vi chiediamo quindi di essere rispettosi della nostra scelta come noi lo siamo di quelle altrui anche quando ci sembrano assurde e strampalate.

Abbiamo risposto in 10 punti perchè sì, potevano essere 3 o 9 e sicuramente avremo dimenticato tante cose. Leggete prima di trarre conclusioni affrettate, prima di arrivare ad un certa decisione ci siamo informati moltissimo. Soprattutto se è la prima volta che sentite parlare di educazione parentale, è impossibile che possiate farvene un'idea in 5 minuti. Noi abbiamo aperto il blog come diario attreaverso cui documentare quel che faremo, condividerlo perchè magari diventi uno spunto per altri, non solo per bimbi homeschoolers ma anche per chi a scuola ci va. Se volete seguirci, non potrà che farci piacere.

1. Sì, è legale. Non è la scuola ad essere obbligatoria, è l'istruzione ad esserlo. L'articolo 30 della Costituzione recita testualmente: "E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.
Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti."
Ma che davvero pensate che avremmo fatto una cosa illegale, sbandierandolo pure ai quattro venti?

2. L'esame di idoneità a fine anno non è obbligatorio, tuttavia noi lo faremo sostenere a nostra figlia perchè se dovesse decidere di rientrare a scuola o se noi non potessimo più proseguire per ragioni di salute o lavorative, vogliamo che possa rientrare nella classe di competenza. L'esame dura poche ore e non riteniamo possa essere fonte di stress per nostra figlia, soprattutto perchè è nostra intenzione presentarlo come un'opportunità, senza farglielo pesare minimamente.

3. Non sappiamo per quanti anni lo faremo, non sappiamo ancora che cosa succederà alle medie o alle superiori. Voglio dire, sta per iniziare la prima elementare, non sappiamo che cosa faremo tra un mese, vi pare che sappiamo che cosa faremo tra 5 o 8 anni? Vedremo. Non è un "esperimento", non facciamo esperimenti con nostra figlia, facciamo scelte ragionate. Tuttavia se ci fossero dei problemi, se non fossimo contenti, se lei ci chiedesse in futuro di andare a scuola, rivedremo le nostre scelte.

4. Ma esattamente, perchè lo facciamo? Per tantissimi motivi, essenzialmente per darle modo di imparare di più e meglio, secondo i suoi tempi e i suoi interessi. Non lo facciamo perchè le scuole sono piene di stranieri (cosa che consideriamo un bene), non lo facciamo per ragioni religiose (semmai per ragioni contrarie, non siamo religiosi e troviamo disdicevole che ci siano due ore di IRC alla scuola primaria), non lo facciamo per paura del temutissimo gender (a parte il fatto che è una bufala, siamo assolutamente gay-friendly e riconosciamo a tutti gli esseri umani uguali diritti e uguali doveri). Non ci sono ragioni alimentari o politiche per farlo, nemmeno ragioni mediche, Sveva è una bambina a sviluppo tipico. 
Siamo persone comuni, insomma, qualunque cosa voglia dire. 
Siamo certi che là fuori ci siano bravissimi insegnanti. Per i miei gusti sento dire un po' troppo spesso che "va a fortuna" quando invece io mi aspetterei uno standard altissimo da tutti gli insegnanti, però non abbiamo niente contro la categoria. Ci sono tanti aspetti della scuola che non apprezziamo e mai apprezzeremo, nemmeno se Sveva dovesse un giorno andare a scuola, ma nè questo post nè il nostro blog rappresentano una critica alla scuola. Non ci interessa, non ce ne viene nulla, non è nostro compito e onestamente non riteniamo che la scuola sia il male assoluto così come non pensiamo che l'homeschooling sia per tutti.

5. Non sareste mai in grado, dite? Ok, ne prendiamo atto. Se lo dite sottintendendo che allora non saremo in grado nemmeno noi, beh, non possiamo farci nulla, è la vostra opinione ma permettetemi di contraddirvi.
Fare homeschooling come lo intendiamo noi comporta di doversi informare tantissimo, di prepararsi, avere in mente degli obbiettivi, seguire uno straccio di programma. 
Certo, esiste anche l'unschooling che segue un approccio diverso, tuttavia non è qualcosa che ci interessi o sentiamo possa funzionare per noi. Per cui sì, abbiamo passato mesi a preparare materiale per il nostro homeschooling ma più che la competenza penso sia servita la voglia di farlo. Gli insegnanti hanno o dovrebbero avere delle competenze specifiche per lavorare con gruppi numerosi di bambini. Noi quelle competenze non le abbiamo. Ma noi non dobbiamo lavorare con un gruppo eterogeneo e numeroso di bambini, noi dobbiamo lavorare con nostra figlia, la quale ci sta molto a cuore. Quindi eccellere nel compito ci interessa moltissimo. Non sappiamo tutto. Ma nessun insegnante sa tutto, mi pare ovvio.A volte insegneremo, a volte andremo alla scoperta di cose che non sappiamo nemmeno noi e questo è ciò che ci entusiasma di più, poter imparare cose nuove insieme.

6. Sì, seguiremo un programma specifico molto flessibile e ne parlerò in post successivi.

7. Abbiamo volutamente messo al settimo posto per smitizzarlo almeno un po', l'argomento più scottante, che in realtà è il primo - a volte l'unico - che viene affrontato quando si parla di homeschooling. La SOCIALIZZAZIONE. Pare che una bambina che non va a scuola non possa socializzare, che verrà tenuta rinchiusa in una torre a farsi crescere i capelli fino a che un principe non passerà di lì e lei potrà finalmente gettare la treccia dalla finestra ed essere liberata.
I bambini socializzano in tanti modi, non sta scritto da nessuna parte (ho controllato) che la socializzazione debba avvenire necessariamente tra quattro mura con bambini coetanei per diverse ore al giorno. I bambini lasciati liberi di farlo, socializzano facilmente con tutti, con bambini più piccoli, con coetanei, con adulti, con anziani. Perfino con gli animali. Si chiama "interazione con il mondo esterno".
Il mondo è fatto di persone eterogenee per età, nazionalità, lingua, estrazione sociale ed economica, abilità fisiche e psichiche. Quindi puntiamo ad incontrare delle persone ogni giorno ed interagire con loro, Sveva continuerà a frequentare i suoi amici, se ne farà di nuovi, seguirà dei corsi, vivrà insomma. E socializzerà come ha socializzato tutta l'estate senza andare a scuola o per tre anni prima di andare all'asilo, esperienza che dal punto sociale non consideriamo per niente positiva tra l'altro. Vivrà immersa nella società, che non è un granchè. Ma non crediamo che abbia bisogno di andare a scuola per imparare a vivere in società. Pensiamo che la società è un prodotto della scuola e se non è un granchè non è andando a scuola che la si può cambiare.

8. No, non la terremo sotto una campana di vetro. Non l'abbiamo mai fatto e non inizieremo ora. Sveva ha e avrà delle responsabilità ma avrà anche il diritto di imparare secondo i suoi tempi, senza dover competere con nessuno, senza doversi interrompere perchè è arrivato il cambio dell'ora, di giocare quando ne ha voglia. Avrà delle regole, ne ha sempre avute. E sarà libera di frequentare chi vuole.

9. La competizione. La competizione è una cosa positiva. Quando uno ha voglia di competere, quando ha gli strumenti per farlo, quando la competizione non genera stress e ansia. La competizione ha ragione di esistere a livello sportivo, a livello lavorativo anche, se si vuole. La competizione a scuola per me è semplicemente assurda. Si impara per amore del sapere, non per avere un buon voto. Si impara perchè è bello avere cultura, non per dimostrare qualcosa a qualcuno. Si studia per piacere e l'unico risultato che si dovrebbe ottenere è avere una cultura personale che ci permetta di vivere in modo pieno, avere un lavoro che appassioni, costruire relazioni significative e apprezzare il bello.

10. Non sarà mica tutto rose e fiori, non l'abbiamo mai pensato nè detto. Ci saranno giorni in cui, cito: "farà i capricci e non vorrà fare niente, a scuola sarebbe obbligata". Ok, ci saranno. E li affronteremo, probabilmente assecondando la sua voglia di "non fare niente". Come se un bambino fosse in grado di "non fare niente", poi!
Giocherà, usciremo, guarderemo un film, leggerà e QUINDI impararà lo stesso, in modo diverso. Ma non è vero che a scuola farebbe o imparerebbe di più. Sarebbe svogliata comunque, imparerebbe comunque poco e poi dovrebbe recuperare a casa o rimarrebbe con una lacuna. I bambini non sono capaci di stare a fare niente. Nell'ultima ora Sveva ha finito un disegno iniziato ieri, colorato mezzo disegno che mi ha chiesto di stamparle, dipinto su tela, giocato fuori con le bolle di sapone e ora sta giocando con i Lego che per lei vuol dire costruire e far parlare tra di loro i personaggi. Alla faccia del "far niente".
Staremo molto insieme, questo sì e penso sia assolutamente positivo. Vogliamo coltivare la nostra relazione, esserci per lei per molte ore al giorno, fare delle cose insieme, seguirla nella sua crescita. Ma non staremo SEMPRE insieme, perchè ha una vita, degli amici, dei corsi da seguire, feste a cui partecipare e quindi mano a mano che sentirà la necessità di stare senza di noi, la asseconderemo. Come abbiamo già detto, non le stiamo costruendo una campana di vetro intorno, la stiamo accompagnando nella crescita e almeno per quest'anno (vedasi punto 3) non stiamo demandando questo compito ad altri.


Ho scritto al plurale anche se chi scrive è una persona sola, cioè mamma Sole. Io cioè, che sono quella che si occuperà maggiormente della "faccenda" vista la flessibilità del mio lavoro e la maggior presenza in casa, ma ovviamente il papà contribuirà nella misura in cui potrà. Ho quindi scritto al plurale almeno questo post perchè questa decisione è stata presa insieme a papà Mirko che ad un certo punto ha dato la spinta a me ma mi ha tenuto la mano mentre saltavamo insieme.

Vi aspettiamo lunedì, per raccontarvi il nostro primo giorno. 



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