martedì 12 aprile 2016

Ultime notizie dalla famiglia

Sto mettendo a posto la libreria e scegliendo quali libri portare con noi a Rotterdam e quali lasciare qui, e affidare ad altre mani e altri cuori. Decisamente Pennac verrà con noi ed è lui che ha prestato il titolo a questo post.

Il Preside è partito da sei settimane, un tempo infinitamente lungo ma anche breve in cui abbiamo imparato ad essere una famiglia a distanza, in cui ho imparato che posso contare su me stessa ma anche sulla mia bimba.

Sveva ed io ci siamo dovute abituare a questo nuovo equilibrio ma a parte i primi giorni che sono stati molto difficili, ora tutto procede alla grande.

Il papà ci manca, ci manca tanto e per quanto Skype accorci le distanze, non le annulla e quello schermo a volte suscita un po' di malinconia.

Ormai viviamo il presente ma siamo completamente proiettate nel futuro. Ci aspetta un'estate avventurosa, di scoperte, di meraviglia, di giochi, giornate passate fuori a scoprire la nostra nuova città.

Stamattina Sveva è a scuola Ubuntu; la scuola sta cambiando sede e da una villetta in centro città si sta trasferendo in una colonia immersa nel folto del parco del Ticino, un luogo meraviglioso che - ironia della sorte - fu fondato in epoca e per volere dei fascisti!

Hanno iniziato ad andare là due volte a settimana, proprio nei giorni in cui frequenta anche lei. La scorsa settimana hanno messo in salvo migliaia di girini e tante rane che si erano "impossessate" della piscina; con i loro stivaletti di gomma colorati, retini e secchielli hanno trascorso due giorni interi ad osservare gli anfibi, raccoglierli e poi andarli a liberare nel lago.

Hanno anche camminato dell'erba altissima, sono andati nel bosco in cerca di erbe mediche e commestibili, hanno fatto docce all'aperto fuori stagione, li abbiamo ripresi a pomeriggio inoltrato con le guance rosse, gli occhi brillanti, recalcitranti all'idea di tornare a casa nonostante l'evidente stanchezza del vivere all'aria aperta e imparare in modo esperienziale.

Dire che Ubuntu ci mancherà è un eufemismo; Sveva si è inserita subito bene, ha creato legami importanti, è diventata grande amica di Carlos dai capelli corvini e lo sguardo furbetto. Lei ama i bambini più piccoli; lì può stare con loro senza essere giudicata come le accade in altri contesti in cui le fanno presente che non dovrebbe più giocare con i piccoli. Ha pazienza e dedizione, ama accudire e coccolare, è materna. Ma allo stesso tempo ama stare anche con i più grandi e si sente libera di stare con chi le va e di fare quello che si sente di fare in ogni momento. A scuola Ubuntu i maschi giocano con le femmine e i grandi con i piccoli e tutto è semplicemente normale.

A lei mancheranno i suoi amici, le ore passate insieme. Ma mancheranno anche a me quei bambini eccezionali, sorridenti, educati, curiosi, socievoli e intelligenti che non hanno bisogno di mettersi in mostra o di attirare l'attenzione perché sentono di appartenere a quel gruppo eterogeneo e tuttavia armonioso che è fatto di bambini, genitori e accompagnatori.

Stamattina quando l'ho lasciata era in cucina e guardava fuori dalla finestra, un po' pensierosa, gli altri che stavano facendo yoga. A scuola Ubuntu nessuno è obbligato a partecipare alle attività se non se la sente e lei è una che ha particolarmente bisogno di osservare e studiare le cose prima di buttarsi.

Li guardavo, li osservavo questi bambini e poi al ritorno, mentre guidavo, pensavo che ci vorrebbe un CLF - Children liberation front: un fronte liberazione bambini.

Entrare nelle scuole, spalancare le porte e gridare: FUORI BAMBINI, TUTTI FUORI, SIETE LIBERI!

Sarebbe il caos. Un caos gioioso, chiassoso, disordinato perché la libertà non è mica una cosa facile da gestire. Ma durerebbe poco perché la realtà è che i bambini sono anarchici di natura e l'anarchia, quella vera, non ha niente a che vedere col caos e col disordine. Una volta che gli adulti si fossero tolti di mezzo, se non per attendere ai loro bisogni primari, i bambini sarebbero in grado di organizzarsi, darsi delle regole, iniziare a collaborare e fondare una nuova società, migliore di quella attuale.

"La scuola è quell'esilio in cui l'adulto tiene il bambino fin quando è capace di vivere nel mondo degli adulti senza dar fastidio", diceva Maria Montessori.

Li vorrei vedere io, migliaia e milioni di bambini in giro, LIBERI. Sarebbe la Kirghisia.

E potremmo imparare tanto, tutto, dai bambini. Ma come facciamo ad imparare se con loro non ci stiamo, se li teniamo rinchiusi per 40 ore a settimana e poi li rinchiudiamo ancora in piscina o a danza o a catechismo o a fare i compiti?

Sveva ad agosto andrà a scuola. E per quanto io mi mostri positiva ed entusiasta perché so che la scuola olandese è profondamente diversa da quella italiana, una parte di me sfugge alla razionalità - che a me è sempre stata piuttosto stretta - e si ribella... la verità è che i nostri bambini POSSONO cambiare il futuro ma lo possono fare solo se noi cerchiamo di cambiare il loro presente.

A Den Haag c'è una scuola democratica e mandarci Sveva significherebbe imporre a Mirko di tornare a fare il pendolare, anche se non sarebbe per 4 ore al giorno come è stato fino a febbraio. Però non posso fare a meno di pensarci e di dirmi che è ciò che vorrei per lei.

Ci vorrebbe una scuola democratica a Rotterdam... e io nello scriverlo già sento il cuore che trema, il cervello che si mette in moto e penso a come fare, chi sentire, contattare, interpellare.

Perchè la verità è che al mondo ci vorrebbe un po' più di Ubuntu per tutti e io, almeno, ci proverò.

Ora torno ai miei libri, al decluttering, al trasloco... e intanto penso che fra poco meno di tre settimane saremo finalmente tutti insieme, per una decina di giorni.

Sveva ancora non sa che belle sorprese le ha preparato il papà per il suo compleanno e io non vedo l'ora di farmi avvolgere da un suo abbraccio, posare la testa sul suo petto, riposare un po' e poi ripartire per l'ultimo sprint prima della partenza definitiva, il sedici giugno.