lunedì 10 ottobre 2016

Dieci cose che amo della scuola olandese


(Chiedo scusa fin da ora perche’ non riesco piu’ a digitare le lettere accentate su questa tastiera quindi usero’ l’apostrofo che odio, soffrite con me! :))



Siamo qui a Rotterdam da quasi quattro mesi e al momento c'é soltanto una cosa che non mi piace dell'Olanda: il tempo passa TROPPO velocemente.



Mentre scrivo guardo dalla mia bellissima finestra le foglie che si seccano e il mio amato albero tra qualche settimana sara' completamente spoglio.
Giusto un anno fa scrivevo questo post e ancora non sapevamo che da li' a poco sarebbe successo qualcosa che avrebbe cambiato le nostre vite in modo radicale.



L'homeschooling per noi é un capitolo ormai chiuso: Sveva ha iniziato la scuola a Rotterdam il 22 agosto e questa é l'ultima settimana prima delle herfstvakantie (le vacanze d'autunno). Stamattina si é svegliata molto eccitata all'idea che fra sei giorni saremo in Italia dai suoi amati nonni e che presto rivedremo anche gli amici. Pero' quando le chiedo se tornerebbe a vivere in Italia la sua risposta é sempre un sonoro no. Qui sta molto bene, c'é tanto da fare, parchi meravigliosi, musei, attivita' di vario tipo.



Mi mancano le nostre giornate da homeschoolers? Si' e no.



Si' perche' a me stare con mia figlia e' sempre piaciuto tantissimo, non mi e' mai pesato, mi piaceva programmare le attivita' da fare, essere responsabile della sua istruzione, parlare con lei. No perche' ora che la sua istruzione e' passata nelle mani di altre persone io posso fare "solo" la mamma e fare cose insieme a lei per il gusto di farle senza dovermi preoccupare che siano anche, in qualche modo, didattiche e volte all'apprendimento. Inoltre mi sto dedicando a progetti lavorativi e riesco a farlo piu’ tranquillamente.



Avrei continuato a fare homeschooling se fossi rimasta in Italia?

Assolutamente si' e su questo non spendero' altre parole perche' gia' ne scrissi a suo tempo. 
Le perplessita’ sulla scuola in generale sono rimaste e l’homeschooling continua ad essere per me un ottimo modo di impaare e di crescere, ma cio’ non toglie che ci siano moltissime cose che mi piacciono della scuola in Olanda (o quantomeno della scuola di mia figlia anche se bene o male certe caratteristiche sono comuni a tutte). Ne ho scelte dieci e ve le racconto.



L’ORARIO: Sveva va a scuola dalle 8,30 alle 14,30 tutti I giorni tranne il mercoledi’ che finisce alle 12,30. Gli orari delle varie scuole possono differire un po’ ma il mercoledi’ pomeriggio e’ libero per tutti. Questo si traduce in un intero pomeriggio da trascorrere come meglio crediamo: al parco, al museo, a fare compere, al cinema. La citta’ non e’ immensa ma non e’ nemmeno piccola, e’ una citta’ a misura d’uomo con tanto verde, piste ciclabili, ben servita dai mezzi pubblici e ha molto da offrire.
I COMPITI: I compiti non ci sono. Ok, non e’ vero. Tecnicamente ci sono, si chiamano proprio huiswerk. Vengono assegnati una volta a settimana e consistono nel ripassare le parole olandesi imparate a sccuola nella settimana in corso. Fine. Il che si traduce in 10 minuti di ripasso giornaliero e weekend completamente libero.
URLA E PUNIZIONI: potete entrare a scuola in qualunque momento e mai sentirete insegnanti che urlano come pazzi all’indirizzo di bambini terrorizzati (se piccoli, come sta succedendo alla figlia di un’amica in prima elementare) o completamente indifferenti (se grandi). I bambini stanno seduti come meglio credono, in ginocchio sulla sedia o con una gamba piegata sotto il sedere, gli insegnanti parlano in tono calmo e pacato, incuriosiscono I bambini, li fanno partecipare, domandano, girano tra I banchi, sanno essere autorevoli. E se I bambini mostrano segni di stanchezza o sono un po’ irrequieti, si mette su una bella canzone ballabile, ci si sgranchiscono le gambe ad ogni cambio dell’ora e dopo si torna alla lezione piu’ carichi e sereni. La ricreazione poi e’ sacra e la fanno tutti, non esiste che la ricreazione si salti per punizione. Si fa, FUORI IN CORTILE. SEMPRE. No scusate, lo riscrivo: FUORI IN CORTILE, SEMPRE. Sempre vuol dire con la pioggia e con il sole, con quattro gradi o ventiquattro (o meno ventiquattro). E dopo la scuola si sta ancora fuori. E non si ammalano piu’ frequentemente dei bambini italiani, pensate un po’.
LA STANZA DEI GENITORI: nella nostra scuola e in altre che ho visitato c’e’ questa ouderskamer ossia la stanza dei genitori. Qui c’e’ un divano, tavoli e sedie, un pc, una minicucina e I genitori possono scambiare due chiacchiere, seguire dei corsi, prendere un caffe’ insieme e parlare con la referente dei genitori che e’ una donna molto in gamba e simpatica che e’ arrivata dalla Turchia molti anni fa quando aveva all’incirca l’eta’ di Sveva. Niente capannelli di genitori fuori dalla scuola. I bambini si lasciano al mattino e si riprendono al pomeriggio, dopo di che’ si va a casa o si prende un caffe’ a scuola, non si rimane fuori a spettegolare. E NON ESISTE IL GRUPPO WHATSAPP DELLA CLASSE. Quindi nemmeno la possibilita’ di ricevere messaggi alle 23 con cuoricini e bacini per augurarsi la buonanotte o foto di uomini semivestiti con la classifica del papa’ piu’ bellO della classe (no, non mi e’ successo ma mi e’ stato raccontanto e non ho ragione di non crederci visto che la fonte e’ assolutamente attendibile).
IL SALUTO ALL’ENTRATA E ALL’USCITA: ogni mattina c’e’ qualcuno che apre la porta ai bambini e li saluta uno ad uno dando loro la mano e augurando il buongiorno. Ogni giorno all’uscita la maestra o il maestro salutano I loro alunni ad uno ad uno dando la mano e augurando una buona giornata, un buon weekend o buone vacanze a seconda del caso. Bella differenza rispetto a quando portavo Sveva all’asilo e c’era un’insegnante che spesso nemmeno alzava gli occhi dal cellulare…
IL BULLISMO: io vorrei dirvi che non esiste ma viviamo in Olanda, non in Kirghisia. Esiste ma e’ un fenomeno che all’interno della nostra scuola non pare essere presente. Ci sono I litigi, ci sono le scaramucce ma ci sono anche bambini del settimo e ottavo anno formati per fare da mediatori durante I litigi in cortile. Che cosa significa? Che se due litigano e non riescono a venire a capo della questione, possono rivolgersi ai mediatori che li aiuteranno a risolvere la questione prima di far intervenire un adulto. La percentuale di successo e’ molto alta. Ovviamente e’ un sistema con dei limiti perche’ mia figlia e gli altri bambini delle schakelklassen (classi ponte per I bambini stranieri e con un focus sull’apprendimento della lingua) non sanno comunicare e questo rende impossibile o quantomeno molto difficile rivolgersi ai mediatori. Pero’ e’ un ottimo sistema.
LA MULTICULTURALITA’: quando venerdi’ ho ritirato la foto di classe, ho sorriso. In quella foto ci sono tante storie, storie di bambini portati qui da paesi piu' o meno lontani, di bambini - ciascuno con la propria lingua madre - che ad un certo punto inizieranno a comunicare tra loro usando una lingua comune, nuova. Ho visto sorrisi, faccini di tutte le sfumature, occhi grandi e neri e occhi a mandorla. Ho visto una maestra con il velo in testa e un'altra con i capelli al vento sorridere insieme ai loro alunni. E ho deciso che non visitero' piu' altre scuole, perche' tanto Sveva ha gia' deciso che lei non vuole andare in un’altra scuola e io di sicuro non ho alcun interesse a mandarla in una scuola “bianca”.
LA SCUOLA E’ GRATUITA: si’, certo, anche in Italia la scuola pubblica e’ gratuita. Ma qui e’ un po’ piu’ gratis. A scuola infatti non si porta NIENTE a parte il pranzo, vedi punto successivo. Tutto il materiale viene fornito dalla scuola e quindi ogni bambino ha le stesse opportunita’ e gli stessi materiali di tutti gli altri. C’e’ un solo quaderno ad anelli, blu, uguale per tutti con I divisori per materia. Inoltre se un bambino ha un disturbo di apprendimento, tutto viene seguito direttamente dalla scuola che disponde di medico, psicologo, logopedista e psicomotricista.
IL PRANZO: il pranzo si porta da casa, non c’e’ alternativa. La pausa per il pranzo e’ di un’ora, ora che I maestri preferiscono far trascorrere ai bambini all’aperto quindi il pranzo deve anche essere veloce. Un sandwich, un’insalata fresca, della pasta fredda. All’inizio sembra strano ma ci si adegua molto in fretta e si risparmia oltre che decidere che cosa dare ai propri figli senza dover fare richieste di menu speciali.
IL VALORE DEL GIOCO: l’impressione che si ha e’ che I bambini a scuola passino il tempo a giocare, a fare lavoretti, a cantare, a guardare cartoni animati. In classe c’e’ la LIM che serve per spiegare le lezioni ma anche per guardare I video dei KINDEREN VOOR KINDEREN (in casa da un po’ non si sente altro), ci sono computer in ogni classe e vengono usati giornalmente, I banchi sono disposti a gruppi di 4 o piu’ e I bambini collaborano tra loro, imparano insieme, si aiutano e non c’e’ competizione. E poi ogni scusa e’ buona per fare festa o per uscire e andare al parco o alla fattoria didattica.


Da dire ci sarebbe ancora molto e sicuramente ne scrivero’ ancora. Qui la basisschool cioe’ la scuola primaria dura 8 anni, inizia a 4 e finisce a 12 quindi abbiamo ancora un po’ di tempo soprattutto per capire quali cose, invece, NON ci piacciono.




martedì 12 aprile 2016

Ultime notizie dalla famiglia

Sto mettendo a posto la libreria e scegliendo quali libri portare con noi a Rotterdam e quali lasciare qui, e affidare ad altre mani e altri cuori. Decisamente Pennac verrà con noi ed è lui che ha prestato il titolo a questo post.

Il Preside è partito da sei settimane, un tempo infinitamente lungo ma anche breve in cui abbiamo imparato ad essere una famiglia a distanza, in cui ho imparato che posso contare su me stessa ma anche sulla mia bimba.

Sveva ed io ci siamo dovute abituare a questo nuovo equilibrio ma a parte i primi giorni che sono stati molto difficili, ora tutto procede alla grande.

Il papà ci manca, ci manca tanto e per quanto Skype accorci le distanze, non le annulla e quello schermo a volte suscita un po' di malinconia.

Ormai viviamo il presente ma siamo completamente proiettate nel futuro. Ci aspetta un'estate avventurosa, di scoperte, di meraviglia, di giochi, giornate passate fuori a scoprire la nostra nuova città.

Stamattina Sveva è a scuola Ubuntu; la scuola sta cambiando sede e da una villetta in centro città si sta trasferendo in una colonia immersa nel folto del parco del Ticino, un luogo meraviglioso che - ironia della sorte - fu fondato in epoca e per volere dei fascisti!

Hanno iniziato ad andare là due volte a settimana, proprio nei giorni in cui frequenta anche lei. La scorsa settimana hanno messo in salvo migliaia di girini e tante rane che si erano "impossessate" della piscina; con i loro stivaletti di gomma colorati, retini e secchielli hanno trascorso due giorni interi ad osservare gli anfibi, raccoglierli e poi andarli a liberare nel lago.

Hanno anche camminato dell'erba altissima, sono andati nel bosco in cerca di erbe mediche e commestibili, hanno fatto docce all'aperto fuori stagione, li abbiamo ripresi a pomeriggio inoltrato con le guance rosse, gli occhi brillanti, recalcitranti all'idea di tornare a casa nonostante l'evidente stanchezza del vivere all'aria aperta e imparare in modo esperienziale.

Dire che Ubuntu ci mancherà è un eufemismo; Sveva si è inserita subito bene, ha creato legami importanti, è diventata grande amica di Carlos dai capelli corvini e lo sguardo furbetto. Lei ama i bambini più piccoli; lì può stare con loro senza essere giudicata come le accade in altri contesti in cui le fanno presente che non dovrebbe più giocare con i piccoli. Ha pazienza e dedizione, ama accudire e coccolare, è materna. Ma allo stesso tempo ama stare anche con i più grandi e si sente libera di stare con chi le va e di fare quello che si sente di fare in ogni momento. A scuola Ubuntu i maschi giocano con le femmine e i grandi con i piccoli e tutto è semplicemente normale.

A lei mancheranno i suoi amici, le ore passate insieme. Ma mancheranno anche a me quei bambini eccezionali, sorridenti, educati, curiosi, socievoli e intelligenti che non hanno bisogno di mettersi in mostra o di attirare l'attenzione perché sentono di appartenere a quel gruppo eterogeneo e tuttavia armonioso che è fatto di bambini, genitori e accompagnatori.

Stamattina quando l'ho lasciata era in cucina e guardava fuori dalla finestra, un po' pensierosa, gli altri che stavano facendo yoga. A scuola Ubuntu nessuno è obbligato a partecipare alle attività se non se la sente e lei è una che ha particolarmente bisogno di osservare e studiare le cose prima di buttarsi.

Li guardavo, li osservavo questi bambini e poi al ritorno, mentre guidavo, pensavo che ci vorrebbe un CLF - Children liberation front: un fronte liberazione bambini.

Entrare nelle scuole, spalancare le porte e gridare: FUORI BAMBINI, TUTTI FUORI, SIETE LIBERI!

Sarebbe il caos. Un caos gioioso, chiassoso, disordinato perché la libertà non è mica una cosa facile da gestire. Ma durerebbe poco perché la realtà è che i bambini sono anarchici di natura e l'anarchia, quella vera, non ha niente a che vedere col caos e col disordine. Una volta che gli adulti si fossero tolti di mezzo, se non per attendere ai loro bisogni primari, i bambini sarebbero in grado di organizzarsi, darsi delle regole, iniziare a collaborare e fondare una nuova società, migliore di quella attuale.

"La scuola è quell'esilio in cui l'adulto tiene il bambino fin quando è capace di vivere nel mondo degli adulti senza dar fastidio", diceva Maria Montessori.

Li vorrei vedere io, migliaia e milioni di bambini in giro, LIBERI. Sarebbe la Kirghisia.

E potremmo imparare tanto, tutto, dai bambini. Ma come facciamo ad imparare se con loro non ci stiamo, se li teniamo rinchiusi per 40 ore a settimana e poi li rinchiudiamo ancora in piscina o a danza o a catechismo o a fare i compiti?

Sveva ad agosto andrà a scuola. E per quanto io mi mostri positiva ed entusiasta perché so che la scuola olandese è profondamente diversa da quella italiana, una parte di me sfugge alla razionalità - che a me è sempre stata piuttosto stretta - e si ribella... la verità è che i nostri bambini POSSONO cambiare il futuro ma lo possono fare solo se noi cerchiamo di cambiare il loro presente.

A Den Haag c'è una scuola democratica e mandarci Sveva significherebbe imporre a Mirko di tornare a fare il pendolare, anche se non sarebbe per 4 ore al giorno come è stato fino a febbraio. Però non posso fare a meno di pensarci e di dirmi che è ciò che vorrei per lei.

Ci vorrebbe una scuola democratica a Rotterdam... e io nello scriverlo già sento il cuore che trema, il cervello che si mette in moto e penso a come fare, chi sentire, contattare, interpellare.

Perchè la verità è che al mondo ci vorrebbe un po' più di Ubuntu per tutti e io, almeno, ci proverò.

Ora torno ai miei libri, al decluttering, al trasloco... e intanto penso che fra poco meno di tre settimane saremo finalmente tutti insieme, per una decina di giorni.

Sveva ancora non sa che belle sorprese le ha preparato il papà per il suo compleanno e io non vedo l'ora di farmi avvolgere da un suo abbraccio, posare la testa sul suo petto, riposare un po' e poi ripartire per l'ultimo sprint prima della partenza definitiva, il sedici giugno.






martedì 5 gennaio 2016

Buon natannofana

Ecco, sì, pare che da queste parti siano passati quasi due mesi dall'ultima volta che ho scritto e, nonostante ci abbia DAVVERO provato, non ce l'ho fatta a scrivere prima di Natale, nè prima di Capodanno... però sono ancora in tempo per farvi gli auguri per la Befana...da queste parti si dice che "Piutost che nigot, l'è mej piutost" e quindi prendetevi questi auguri ;)

Da raccontare ho proprio tanto tanto, diciamo che la novità più grande la sanno ormai tutti, comunque se ve la foste persa: andiamo a vivere a Rotterdam!

Ora posso dirlo, all'inizio l'idea non mi aveva entusiasmata per niente; a 38 anni l'idea di spostare di nuovo baracca e burattini, imparare una nuova lingua, dover mandare Sveva a scuola in un paese dove non solo l'homeschooling non si può fare ma oltretutto c'è zero tolleranza per le assenze "di piacere" non mi entusiasmava per nulla. Anche perché inizialmente l'idea era quella di spostarci in UK, paese di cui conosciamo già perfettamente la lingua, continuare a fare homeschooling con in più il vantaggio di avere tanti gruppi di homeschoolers vicini.

Però poi ho deciso che con quest'idea dell'Olanda dovevo almeno PROVARE a fare amicizia e così ho preso contatti anche grazie a due amiche (Sara, Raffaella... GRAZIE!), mi sono iscritta ad un gruppo di mamme italiane che vivono a Rotterdam e ad uno di mamme da tutto il mondo e ho iniziato a farci la bocca e in capo a poche settimane mi sono trovata a scalpitare in attesa del colloquio finale che è stato l'otto dicembre.

Diciamo che lo "quasi sapevo" anche a novembre ma siccome il Preside non aveva ancora firmato il contratto per il nuovo lavoro, mi ha vietato di dirlo. 
Ora il contratto è firmato e la data di partenza per lui è fissata: 28 febbraio.

La topolina ed io lo raggiungeremo a giugno, anzi, per essere precisi: "Dopo il mio saggio di danza saliamo in macchina e partiamo" o almeno questo è ciò che sostiene lei. 
Comunque il saggio lo farà, l'esame di fine anno... vedremo. 

Di fatto non ha molta importanza visto che lei dovrà fare un anno in una taalklas  che è una classe per bambini stranieri dove l'obbiettivo principale è imparare l'olandese. Ovviamente farà anche altre materie come matematica, lettura, scrittura ma con una maggiore attenzione per l'apprendimento della lingua che viene insegnata da docenti specializzati nell'insegnamento a bambini stranieri.

Quindi vedremo se farle fare l'esame o no, sinceramente non mi entusiasma l'idea di sottoporla ad un ulteriore stress; lei è molto entusiasta all'idea di andare via ma è innegabile che vivrà tanti cambiamenti e per quanto possiamo essere positivi sappiamo per esperienza che ci saranno gioia, entusiasmo ma anche paura, all'inizio sarà spaesata, si troverà in classe con tanti bambini che parlano lingue diverse senza capire una sola parola . L'esame di fatto non è obbligatorio se non nel caso in cui dovesse rientrare in una scuola italiana per certificare che è pronta per la seconda, dunque se dalla scuola olandese non ci chiederanno il nulla osta della scuola, l'esame non lo farà.

Un'altra piccola novità è che dalla prossima settimana inizierà a frequentare due giorni a settimana la scuola Ubuntu, una scuola libertaria in cui già eravamo state un pomeriggio a inizio ottobre con l'intenzione di iscriverla da novembre, rimandando però in attesa di notizie più certe riguardanti il nostro futuro.

La conoscevamo già da un po' e infatti prima di decidere per l'homeschooling l'idea era quella di farla frequentare a tempo pieno ma vista la possibilità di frequentare anche solo un giorno o due a settimana, abbiamo ritenuto che fosse la soluzione migliore per tutti noi.

Lei è molto contenta e anche noi; starà con altri bimbi dai 3 ai 13 anni e le proposte sono molto interessanti. Il martedì farà matematica e scienze applicate, fisica e chimica al mattino, pranzo con attenzione ad un'alimentazione consapevole, assemblea dei bambini per poi proseguire con yoga, karate e cultura giapponese nel pomeriggio. Il giovedì invece farà storia dell'arte e laboratorio artistico in inglese, scrittura creativa, pranzo in inglese e nel pomeriggio laboratorio interculturale che ha già sperimentato nel pomeriggio di prova e da cui era uscita entusiasta.

Non tanto in breve ecco le nostre novità.

Vi lascio invece un po' di foto delle attività che abbiamo fatto insieme tra novembre e dicembre. Proprio prima di Natale abbiamo finito l'alfabeto e le sillabe con tanto di premiazione e medaglia, ora ci concentreremo un po' sulle difficoltà ortografiche (sc, cq, gl, gn) e andremo avanti con le sottrazioni e un ripasso di quanto fatto finora.


 Visto che il 21 novembre è stata la giornata internazione dei diritti dei Bambini, ho proposto a Sveva di fare un grande poster a tema.

Pensa e ripensa mi è venuto in mente di acquistare un grande foglio di carta da pacchi bianca, farla sdraiare sopra e tracciare la sua sagoma per poi fargliela colorare e decorare.



Ho poi stampato alcuni tra i diritti più importanti, li abbiamo ritagliati e incollati tutti intorno alla sagoma del suo corpo, intanto glie li ho spiegati e ne abbiamo parlato, abbiamo parlato del fatto che anche se sono dei diritti non è affatto scontato averli.




Abbiamo letto un libretto pensato per i bambini in cui si parla dei diritti e ha ascoltato tantissime volte la "Marcia dei diritto dei bambini" che NATURALMENTE a me commuove tanto ma io sono un caso umano e quindi non faccio testo.




Visto che la cara Sybille ha preparato una raccolta di giochi anche per l'inverno, l'ho acquistata subito perché ci era piaciuta tanto quella sull'autunno (e ora non vediamo l'ora di scoprire quelle su primavera ed estate!).

Le candele sono state il primo lavoro che ha fatto Sveva utilizzando le immagini dei fiocchi di neve contenuti nella raccolta e che ha trovato nella prima scatolina del calendario dell'avvento e altre immagini stampate su sua richiesta.











Ed ecco la candela accesa!



Anche se amiamo molto la linea del venti, abbiamo deciso di sperimentare altri modi per fare matematica, anche approfittando delle feste vicine.

Con i lego:





Con un'immagine natalizia da colorare usando il colore corrispondente al risultato dell'addizione presente in ogni settore del disegno:







Per il calendario dell'avvento ho preparato, con l'aiuto del papà, 24 scatoline contenenti ciascuna un piccolo cioccolatino o dolcetto speciale, una parte del racconto dell'avvento che abbiamo trovato nella raccolta di Sybille (e che ho dimenticato di fotografare) e altre attività da fare. Per esempio il terzo giorno ha trovato delle carte delle nomenclature a tema natale, preparate molto velocemente da me nel poco tempo disponibile.



Un altro giorno le ho fatto trovare il domino di natale bilingue, che abbiamo plastificato per poterci giocare ancora e ancora.





Anche in questa raccolta abbiamo trovato un'avventura di lettura che Sveva ha colorato e poi abbiamo plastificato insieme.




E poi ovviamente alcune decorazioni e l'albero di Natale, vero protagonista delle feste e fatto con tanta gioia l'otto dicembre, dopo aver ricevuto la telefonata del papà che da Rotterdam ci comunicava di aver firmato il contratto.

L'albero ogni anno si veste di vecchie e nuove decorazioni, ricordi. Quest'anno l'ha fatto quasi da sola, io ho solo messo le luci e lei tutto il resto... è stata brava, no?





Abbiamo poi fatto alcuni di questi angioletti, due li ha voluti regalare ai figli di un collega di Mirko con cui siamo stati fuori  pranzo, come biglietto per accompagnare i libri che abbiamo regalato loro (mi sono dimenticata di fotografarli, però)


  

Da due o tre anni mi ripromettevo di fare dei pigiami natalizi per tutta la famiglia ma alla fine mi dimenticavo di ordinare i tessuti per tempo e così non li ho mai fatti, ma quest'anno il Preside me l'ha ricordato e così li ho fatti. Volevo decorarli in qualche modo ma non capivo come e poi l'idea... indovinate chi è il Grinch? :) 


In realtà sebbene a noi non importi del significato religioso del Natale, la consideriamo una bella festa invernale per celebrare la famiglia e piace molto a tutti e tre, soprattutto a Sveva che aspetta con ansia Babbo Natale. Che naturalmente è arrivato puntuale portando quasi tutti ciò che aveva chiesto molto gentilmente nella sua letterina.


  

Eccola qui, la mattina di Natale, che osserva uno dei TANTI (sette) libri ricevuti.






Tra i libri ce n'era anche uno con i cartamodelli per creare abiti per le Barbie, che lei ama molto e così insieme al papà, mentre io stavo lavorando, si è cimentata a creare una prima blusa cucita a mano, usando gli avanzi di un tessuto usato da me per farmi una maglia. Presto faremo altri abitini, gonne, cappottino... ma prima bisognerà migliorare un po' la tecnica di cucito :)



La sera di San Silvestro siamo andati al cinema e poi una volta a casa abbiamo fatto una cena pic-nic e giocato al gioco dell'oracolo, anche lui trovato nella raccolta di Sybille e che ci ha divertito tanto.

Abbiamo ritagliato le "carte oracolo", ognuna rappresentante un animale, e le abbiamo disposte a faccia in giù sul tavolo; oguno di noi ha poi posto cinque domande pescando una carta dopo ogni domanda e provando poi ad interpretare l'immagine con aggettivi positivi.

Una delle domande di Sveva è stata: come mi troverò nella mia scuola in Olanda? Ha poi pescato la carta della chiocciola e così abbiamo convenuto che, siccome la chiocciola porta la sua casa sempre con sè, nella nuova scuola si troverà come a casa!

Speriamo che l'oracolo e la nostra interpretazione ci portino fortuna e si riveli tutto vero... intanto vi facciamo tantissimi auguri, questa notte sarà ancora un po' magica, Sveva infatti aspetta l'arrivo della befana e oggi pomeriggio è stata a fare un laboratorio qui vicino e ha preparato dei deliziosi biscottini e una calza di cartoncino molto graziosa che apriremo domani insieme a ciò che questa notte porterà la simpatica vecchina! :)

E dopo un ghiotto spuntino sarà ora di mettere via l'albero e tornare alla "normalità"!