sabato 3 ottobre 2015

Mamme, figlie, lavoro.

Avrei voluto scrivere più spesso ma come ho già scritto "life happens".
Questa settimana ho iniziato un nuovo lavoro, anzi telelavoro. È un part-time con orario flessibile che mi dà l'opportunità di fare una delle cose che più amo: scrivere. Non è solo questo ma a tempo debito vi rivelerò i dettagli, per ora posso dire di essere molto contenta sia del lavoro in sè che delle persone con cui ho l'ONORE di collaborare.

Sveva, quando glie l'ho detto, mi ha risposto chiaramente che lei preferirebbe avere una mamma che non lavora affatto. Le ho risposto che avere qualche entrata in più sarà di beneficio anche a lei perchè potremo fare più cose ma lei mi ha serenamente risposto che sta benissimo anche così. Oggettivamente non le manca nulla di ciò di cui ha VERAMENTE bisogno e ha sempre accettato serenamente eventuali rinunce  motivate, abbiamo sempre cercato di farle capire che molti bisogni sono indotti ma non sono reali e credo che il concetto sia stato pienamente compreso.

In ogni caso a me piace che lei veda la sua mamma impegnata a fare qualcosa che le piace, stanca ma con il sorriso sulle labbra e che pensi al lavoro non come a qualcosa di tedioso ma come ad un'opportunità, non solo di guadagno ma anche di felicità. Io ho la fortuna di poter dire che faccio davvero solo quello che mi piace, una grande fortuna davvero.

Questa nuova opportunità fa sì che debba ripensare tutta l'organizzazione anche se di fatto non incide molto sul nostro homeschooling perchè Sveva preferisce comunque lavorare nel primo pomeriggio o la sera, mentre al mattino si dedica al gioco e alle attività creative permettendomi di lavorare pur rimandendo disponibile e presente.

Moltissime persone lavorano in ufficio e hanno mansioni che potrebbero tranquillamente essere portate avanti da casa, attraverso il telelavoro e mi pare incredibile che non sia ormai diventata la norma far lavorare le persone da casa almeno qualche giorno a settimana; lavorare con maggiore serenità, risparmiando il tempo degli spostamenti e delle pause per poter stare di più con la famiglia o con gli amici avrebbe una ricaduta positiva anche sulla produttività. Le aziende stesse potrebbero risparmiare su spazi, riscaldamento, elettricità.
Per non parlare delle assenze da lavoro che verrebbero quasi azzerate. Spesso infatti anche un banale raffreddore rende difficile uscire per andare a lavorare perchè il fisico risente degli spostamenti e del clima, ma rimanendo al caldo nella propria casa si può spesso lavorare comunque senza grossi problemi almeno per qualche ora.
Mirko, che lavora da casa tutti i venerdì ma talvolta anche per intere settimane, non ha mai fatto un giorno di mutua in sei anni proprio grazie a questo.
Spesso tutto ciò che gli serve è rallentare, dormire un paio d'ore in più al mattino, stare al caldo ed evitare gli estenuanti spostamenti che i pendolari conoscono bene.
Se si sfruttasse di più la possibilità di"telelavorare" tutta la comunità potrebbe beneficiare del fatto di avere genitori più presenti e con più tempo per portare i bambini al parco, in biblioteca, al museo, alle mostre, a teatro o semplicemente a passeggio. Ci sarebbero più bambini e persone in giro e più tempo per le relazioni sociali. Senza dimenticare un po' di sano ozio che più che il padre di tutti i vizi io vedo come lo zio che ha capito tutto dalla vita.

A proposito di ozio, abbiamo imparato quanto sia bello concedersi dei momenti di riposo quando ne abbiamo bisogno e stare semplicemente accoccolate sul divano a parlare, discutere di un film o di un libro, rispondere alle (innumerevoli) domande di Sveva, leggere.

Al momento stiamo leggendo "La piccola casa nei grandi boschi" di Laura Ingalls; è introvabile perchè fuori catalogo (disponibile invece "La casa nella prateria", edito da Gallucci) ma la nostra biblioteca è riuscita a farcelo avere grazie al prestito interbibliotecario.
Sveva ne è rapita perchè racconta di un tempo in cui tutto veniva fatto a mano, in casa; dall'affumicare la carne dentro un tronco cavo al fare il pane, dal fondere le pallottole per il fucile tra le braci del camino al fare il burro per poi colorarlo, per renderlo più bello, con del succo di carota ottenuto grattando una carota sul fondo di un tegame bucato.

Visto che il pane in casa noi lo facciamo già abbastanza regolarmente, questa settimana abbiamo voluto provare a fare il burro.
Non abbiamo una zangola per cui ci siamo ingegnate con quel che avevamo in casa, nella fattispeciele un montalatte manuale.

Abbiamo messo dentro un po' di panna e poi Sveva ha iniziato a far andare su e giù il montalatte. Ovviamente dopo un po' si è stancata e ha chiesto a me di farlo, dopo un po' mi sono stufata anche io e quindi ho iniziato semplicemente a "shackerare"  la brocca fino a che aprendola abbiamo visto che il burro era affiorato in superficie, l'abbiamo filtrato tenendo da parte il latticello che useremo domani per preparare i pancakes per la colazione e lo abbiamo messo in frigo a solidificare. Stamattina l'abbiamo spalmato sulle fette biscottate con la marmellata per la nostra colazione.


La nostra "zangola"


Burro e latticello


In settimana abbiamo fatto anche molto altro, andando avanti nel nostro "programma" di lettoscrittura e matematica e nella lettura dei nostri atlanti, del bellissimo "Children just like me" (in italiano potreste trovarlo in biblioteca con il titolo "Bambini come me", è un libro abbastanza datato ma che, se lo trovate, vale la pena leggere), Sveva si è anche cimentata con le tempere su tela per la sua interpretazione di "Inside out" che siamo andati a vedere la scorsa settimana.

Oggi  ho acquistato in edicola un bellissimo libro in uscita con il mensile "Le scienze": Il laboratorio delle meraviglie, che contiene le istruzioni per numerosi esperimenti da fare a casa con le spiegazioni scientifiche. Si tratta del primo volume della serie "La scienza per gioco", qui trovate l'intero piano dell'opera.





Noi in famiglia abbiamo un unico vizio, i libri, per cui abbiamo deciso di acquistare l'opera completa.
Stamattina ho anche comprato un libro per me e allungato la lista dei desideri presso la mia libreria preferita, Le notti bianche a Vigevano.

Questo mi porta a condividere una bella conversazione avuta con Sveva questa mattina.
Ieri ha perso un dentino, il sesto e naturalmente stanotte la fatina o il topino (non abbiamo ancora capito bene chi passi, dipende dal turno di lavoro!) sono passati a lasciare qualche monetina portandosi via il suo bel dentino bianco.
Quando si è svegliata la prima cosa che ha fatto è stata controllare sotto il cuscino. Dopo poco mi ha chiesto quanto manchi a Natale, glie l'ho detto e ho aggiunto che quest'anno la letterina potrà scriverla da sola, visto che sta imparando a scrivere.

Lei ci ha pensato un po' su e mi ha detto che preferisce non farla: sai mamma, a volte scelgo cose che mi sembrano bellissime ma quando poi le ricevo non sono come me le aspettavo. Preferisco lasciar fare a Babbo Natale, non si sbaglia mai, mi porta sempre dei bellissimi regali perchè mi conosce bene!

Nei limiti del possibile l'abbiamo è sempre stata accontentata ma sono contenta che abbia capito, da sola, che le cose non sempre sono come le immaginiamo - questo vale veramente per tutto - e infatti i regali preferiti sono sempre stati i giochi creativi, quelli da tavolo e ovviamente i suoi amatissimi libri!

Buona domenica, amici, a presto!




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